UNA FRATERNITA' MISTICA PER USCIRE DALLA MALATTIA DELL'INDIVIDUALISMO. IL N. 92 DELL'EVANGELII GAUDIUM E' STATO IL TEMA DI FONDO DEL RITIRO PER ANIMATORI AD ASSISI.
Solitudine, individualismo, separazione sono i fondamenti del vivere sociale di oggi. Nessuno può sentirsi veramente a riparo da questa forma patologica di esistenza che sta assumendo dimensioni di globalità. Per uscire da questa sofferenza solo Gesù ha la soluzione.
Con queste parole il nostro Padre Vescovo Domenico Sorrentino ha dato il via, dopo la preghiera delle lodi, ad un momento di catechesi e di riflessione comunitaria in occasione del ritiro diocesano degli animatori e dei coordinatori delle Comunità Maria Famiglia del Vangelo che si è tenuto presso il Monastero di San Giuseppe ad Assisi.
Il Vangelo è famiglia e Gesù è la Parola del Padre fatta carne. L'immagine familiare di Dio ci rende fratelli: tutto è famiglia, tutto è relazione in Dio. Dio è unico, ma misteriosamente trinitario, quindi in relazione. Dio pensa in termini di relazione, crea relazione e non concepisce solitudine e individualismo. Più l'umanità si sintonizza su questo principio, più trova la sua stessa realizzazione. Il nostro più grande nemico è il diavolo, colui che divide. Dio si presenta, al contrario, come l'unificatore. Già nel Protovangelo, ovvero nelle prime pagine della Genesi, troviamo il racconto simbolico e poetico della creazione di un uomo plasmato dalla terra (il nome Adam ha il significato di "terra") e insufflato dallo spirito di Dio. È lo Spirito ad immettere qualcosa di Dio in noi. "Ma non è bene che l'uomo sia solo". Così Dio crea gli animali che porta ad Adamo invitandolo a dar loro un nome. Ma l'uomo ha bisogno anche di qualcos'altro e così da una sua costola Dio crea la donna che entra in unione intima, forte e inscindibile con lui. L'io umano non sarebbe se stesso se non si trovasse in relazione con gli altri. L'iosenza il tunon ha senso di esistere. Diventiamo persone vere nella misura in cui passiamo da un'esistenza centrata sull'ioad una basata sul noi, nel momento in cui usciamo dall'individualismo e ci mettiamo in relazione con gli altri.
Gli animatori devono gioire quando vedono aprirsi i cuori dei membri della propria famiglia spirituale. A volte sono gli stessi gruppi a vivere forme di chiusura: l'individualismo di gruppo è infatti un fenomeno molto diffuso e insidioso. La Chiesa deve ritrovare lo slancio missionario delle origini. È proprio questo il compito delle CMFV che parte dall'evangelizzazione delle case, entra nella logica della missione e ricostruisce relazioni calde che superano le barriere dell'individualismo. La forza dello Spirito ci spinge a metterci in relazione, immette la Trinità nei nostri rapporti, apre le porte alla gioia e chiude quelle della tristezza. Così Gesù cura le malattie dell'egocentrismo che trovano terreno fertile in tante ferite sociali e personali o nel narcisismo che fa ripiegare l'uomo su se stesso. Il progetto delle CMFV ci fa vivere la bellezza di crescere insieme senza avere dipendenza da qualcuno in particolare. L'io malato di presunzione e di prepotenza è quello che pensa di poter dominare gli altri con la violenza insidiosa delle piccole cose. Chi opera così ha deciso di mettere Dio ai margini della sua vita.
Anche papa Francesco si è occupato di relazioni sociali e di tentazioni degli operatori pastorali. Nell'Evangelii Gaudium al numero 92 parla esplicitamente di una “fraternità mistica” che sa guardare alla grandezza sacra del prossimo. Il cristiano non può permettersi il lusso di perdere la speranza. Stare vicino ad un fratello "difficile" può sembrare un problema, ma può anche trasformarsi in risorsa. Come Dio ci ama nonostante i nostri peccati, così anche noi dobbiamo amare il nostro prossimo nonostante i suoi difetti. E la Chiesa deve ritornare ad essere un luogo caldo e accogliente, come lo era alle origini, un ambiente capace di ritessere le nostre relazioni alla luce di quanto Dio ci invita a fare. Per raggiungere questo obiettivo è importante fare il punto sulla nostra autorevisione, chiedersi: io a che punto sono del mio cammino spirituale?
Dopo un momento di scrutatio (Mt 5, 13-16), la mattinata si è conclusa con un pranzo comunitario. Nel pomeriggio, in un clima sereno di sentita fraternità spirituale, animatori e coordinatori si sono confrontati, divisi in piccoli gruppi, su tematiche comuni e hanno fatto proposte interessanti che saranno prese in esame dal Coordinamento Diocesano e che costituiranno le basi delle attività future.
Rosella Baldelli
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